Affacciato verso il suggestivo panorama della costa garganica, il Convento dei Frati Cappuccini di Vico del Gargano, situato all’ombra del vicino Parco della Rimembranza, rimane tuttora una meta avvolta dalla sacralità e dal mistero, complici le leggende che si raccontano di questo luogo.
Se vuoi essere circondato dalla pace e dalla meravigliosa cornice che lo circonda, devi recarti a Vico del Gargano, un caratteristico paese in provincia di Foggia.
Appena fuori dal centro storico, trovi questo affascinante complesso religioso, amato dagli abitanti del paese per la sua storia che ne caratterizza l’importanza creata negli anni.
E’ stato edificato da Padre Anselmo dalla Morte, grazie ai fondi donati dal Marchese di Vico, Colantonio Caracciolo nel 1556.
Poco fuori dalla grande entrata, puoi ammirare l’enorme “leccia“, chiamata la grande quercia dagli abitanti, che sovrasta e ombreggia il piccolo piazzale del Convento. Con un altezza di 17 metri ed un diametro di ben 5 metri, il grande arbusto, custodisce una delle leggende che raccontano questo luogo.
Pare che la sua grandezza, sia dovuta alla cura di un frate, che trovato in giardino un esile e fragile alberello, abbia voluto curarlo e nutrirlo personalmente con amore e pazienza. L’albero, per ringraziare il frate di tanta dedizione, è cresciuto forte e sano negli anni, come dimostrazione della grande fede cristiana che vive nelle radici di questo posto.
Per il popolo, il Convento dei Frati Cappuccini di Vico del Gargano, è chiamato semplicemente SS Crocifisso. E’ un edificio a due piani rettangolari che ha subito negli anni, migliorie ed ingrandimenti. Subito dopo il terremoto del 1646, la bella chiesa principale è stata finalmente consacrata, adornata in seguito, con ulteriori cappelle.
Il Convento fu chiuso momentaneamente dal 1867 al 1902 a causa della soppressione dei conventi da parte del governo francese. Fortunatamente questo grazioso luogo di pace, si è salvato dalla chiusura che lo stesso governo aveva previsto per i conventi, grazie alla collaborazione della curia, del sindaco Gianvincenzo Mattei e del giudice di pace Francesco Calderisi.
Charron, l’intendente francese che doveva verificare l’attività dei conventi, che per le attività di paese, il convento era fondamentale. Lo persuasero inoltre, del fatto che i frati raccontavano massime in appoggio al governo e che queste esclamazioni spingevano i fedeli a sostenere i francesi al potere.
Il convento è stato anche noviziato, studentato e seminario serafico per quasi un ventennio, dal 1952 al 1975.
All’interno della sua chiesa principale, ci sono opere di valore inestimabile, come la Madonna del Latte, di Ippolito Borghese e la famosa Madonna degli Angeli di Andrea Vaccaro. Ad impreziosire il valore dell’arte che troviamo all’interno di questo convento, non possiamo non parlare del Crocifisso in legno risalente al XVII di un anonimo artista veneziano, che pare abbia poteri miracolosi.
Sempre parlando di leggende, una famosa novella che si racconta, parla di una sepoltura nascosta sotto le pietre che decorano l’uscio principale. Pare infatti, che proprio le porte d’ingresso, ci sia la salma del Principe Spinelli, odiatissimo dal popolo, sepolto proprio appositamente sotto l’entrata della chiesa, per far modo che venga calpestato nei secoli dal popolo contro il quale ha sempre lottato.
Il Convento dei Cappuccini è stato anche set di una produzione RAI 1 durante le riprese del film su padre Pio intitolato Padre Pio di Pietralcina. Nelle scene, gli stessi frati del convento hanno partecipato come attori e comparse. La trouppe cinematografica ha scelto questo etereo posto, usando nelle scene del film molti spazi del convento tra cui, il bel chiostro all’interno del giardino, i corridoi, la chiesa e le celle dei frati stessi.
Un ambiente sereno, calmo, privilegiato da una vista mozzafiato. E’ questo il quadro che completa l’opera intorno al Convento di Vico del Gargano. Un luogo dove ritrovare sé stessi, passeggiando tra le antiche opere e le leggende che da sempre lo raccontano.
Un angolo del Gargano poco conosciuto, ma che si insinuerà nei tuoi ricordi per sempre.
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Photo credit: PadreNicolaGenovesi.it