Il Trappeto che torna a Vivere
Da Trappeto a Museo : Il Museo Trappeto “Maratea”
Vico del Gargano
ll Museo Trappeto “Maratea”, è uno straordinario sito di Archeologia industriale, una fabbrica
dell’olio garganico, rientrante nella tipologia dei “trappeti a sangue”, una fabbrica operante sin dal Medioevo (1300), con una notevole capacità di lavoro attestabile dalla presenza di 6 presso tutte in legno, alcune ancora funzionali. In questa straordinaria struttura, già di valore museale, si è avviata una prima collezione, già fruibile, di reperti (arnesi, utensili, attrezzature) per caratterizzarlo a MUSEO DEI SISTEMI AGRICOLI TRADIZIONALI DEL GARGANO, nel contesto delle storiche agricolture italiane e mediterranee.
I reperti collezionati possono già raccontare alcune specificità dei sistemi agricoli garganici, conseguenti a un contesto ambientale carsico, con suoli poveri, ricchi di scheletro e soprattutto tendenzialmente aridi, per la mancanza assoluta di corsi d’acqua. L’indirizzo produttivo prevalente è stato il pascolo, formaprimitiva di produzione agricola; nello stesso tempo attraverso un incredibile investimento di solo lavoro si sono realizzati anche nel Gargano condizioni strutturali per due assetti produttivi fondamentali: il seminativo e la coltura arborea, la prima per le produzioni cerealicole (grano, orzo, mais, avena), l’approvvigionamento di proteine vegetali (fave, fagioli, ceci, cicerchie); la seconda per la produzione di grassi vegetali (olio d’oliva) e frutta (fruttiferi vari). Nel contempo acquisisce un ruolo affatto secondario, la produzione vinaria.
Pertanto sono maturate conoscenze specifiche per le produzioni (cereali, frutta, uva, legumi), la trasformazione dei prodotti (industrie olearia, vinaria) e la loro conservazione (tecniche di essicazione, conserve). Le conoscenze di base hanno riguardato in primo luogo le tecniche di lavorazione del terreno: la natura dei suoli (poco profondi, pietrosi) hanno imposto in molti casi i sistemi cosiddetti “ a zappa”; trova posto, ovviamente, anche l’aratro, ma almeno fino all’immediato dopoguerra è un “aratro a chiodo” a struttura legnosa (aratri con vomere si affermano sono a partire dagli anni 50/60 del 900). Per ricavarsi da un promontorio carsico le necessarie parcelle di suolo coltivabile si sono resi necessari massacranti lavori di spietramento utili poi a realizzare l’incredibile e interminabile rete di muretti a secco a difesa dei suoli e soprattutto per la regimazione dei pascoli e dei possessi. Uomini, animali domestici (cavalli, asini, muli) e buoi sono le uniche energie investite. Tutti ricavano l’energia necessaria allo svolgimento dei loro compiti nutrendosi dei prodotti agricoli che contribuiscono a generare. L’unica fonte energetica esterna sui cui si regge il sistema è quella del sole, ma tutto funziona solo attraverso la messa in atto di conoscenze imparate dall’ambiente, in relazione alle sue risorse e ai suoi limiti.
I sistemi agricoli tradizionali in fin dei conti hanno garantito la sopravvivenza a una moltitudine di comunità rurali sparse lungo tutta la penisola Italiana. Nel Gargano il modello agropastorale continua a sopravvivere dimostrando notevole capacità di resilienza e costituisce ancora un’importante fonte di lavoro e di reddito.
Obbiettivo a medio termine è il restauro delle molazze e delle presse per ripristinare la linea di produzione dell’olio (olio di affioramento).
Pro Loco di Vico del Gargano
Direzione e consulenza scientifica: Nello Biscotti
Foto Gianni de Maso
Saluti dal Gargano e
dal Pizzicato Eco B&B
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