A nord del Gargano un lago che serba un tesoro, l’isoletta di San Clemente
Lesina e il suo lago
A nord del Gargano, su un piccolo promontorio, sorge Lesina, cittadina lacustre dalla storia molto antica che deve la sua notorietà alla presenza dell’omonimo lago.
Si tratta di un lago salato dalla forma allungata (è infatti lungo circa 22 km e largo in media 2,4 km) e, con la sua superficie di circa 51,5 Kmq, è per estensione il secondo lago dell’ Italia meridionale ed il nono dell’intera penisola italica.
Separato dal mare Adriatico da una striscia sabbiosa e boscosa, conosciuta come Bosco Isola, il lago comunica con il mare tramite tre foci (Schiapparo, S. Andrea e Acquarotta).
Le acque del lago sono pescose e popolate di latterini, cefali, gamberi, orate, spigole e anguille. Queste ultime, in particolare, sono molto abbondanti.
A tale caratteristica del lago è riconducibile l’antica storia di Lesina che, come scrive Carmine De Leo in ‘Gargano. Storia, arte, ambiente e leggende’, “… è contrassegnata dalla presenza di numerosi possedimenti monastici nel suo territorio. Tale caratteristica era legata alla pescicoltura, che i monaci praticavano già con molto successo nel medioevo; l’importanza di questa attività derivava dal fatto che il pesce rappresentava per i frati un ottimo sostituto alla carne, pietanza interdetta dalle regole monastiche”.
Presenze che hanno lasciato segni visibili perché, nei periodi di bassa marea, a poca distanza dal centro abitato di Lesina, affiora nel lago l’isoletta di San Clemente.
“Su questo piccolo lembo di terra sorgeva una ‘Piscariam … cui nomen est Casa Aurea’, i ruderi di una chiesa si notavano ancora nel secolo scorso, si trattava di una piccola cella monastica i cui frati praticavano l’allevamento delle anguille ed appartenevano all’ordine monastico di San Clemente a Casauria” racconta sempre Carmine De Leo.
Le anguille già nell’antichità venivano cucinate in vari modi, l’usanza più diffusa era quella di friggerle anche se, già in un manuale di gastronomia di epoca romana, quello di M. Gavio Apicio (vissuto al tempo dell’imperatore Tiberio), sono citate ben due salse di anguille.
Un lago, quello di Lesina, che merita sicuramente una visita e che riserva piacevoli sorprese non solo agli amanti della storia ma anche agli appassionati di birdwhatching. Numerose sono, infatti, le specie ornitologiche che qui nidificano e si possono osservare, tra cui gabbiani rosei, fenicotteri, martin pescatore e falchi di palude.